domenica 16 novembre 2014

Il triste caso de "La Tempestosa" e il mistero di Harry Potter

Anni fa lessi per un compito scolastico "Wuthering Heighs" di Emily Brontë e ne rimasi colpita. Non fu per la storia d'amore tormentata e corrosiva di Heathcliff e Catherine ma per l'incredibile trasformazione di un personaggio con cui empatizzare in uno che vorresti presto vedere morto:ovviamente sto parlando di Heathcliff.
Qualche anno fa,spinta da un revival di sentimenti al riguardo,ho deciso di rileggere il libro della Brontë,questa volta acquistando una copia in libreria anziché prenderla in biblioteca. Orrore degli orrori!Dopo avere acquistato il volume ho scoperto con mio sommo sconvolgimento che non solo la traduzione era stata rifatta(avevo infatti acquistato la stessa casa editrice del libro letto alle superiori) ma che Wuthering Heights era diventata "La Tempestosa" con una traslitterazione invero fedele ma fuori luogo;come se traducessero in inglese il "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa e la casa dei Salina diventasse "Kidnapped Woman" insomma. Vi lascio immaginare il resto della traduzione ed infatti ho interrotto presto la rilettura del romanzo che ancora adesso è parcheggiato nella mia affollata libreria che prende polvere accanto ad altri romanzi che non riprenderò più in mano (e ai quali dedicherò un articolo prima o poi).
La triste avventura con la Brontë mi ha riportato alla memoria un episodio analogo che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori per la mia vita di lettrice, non fosse stato per il destino e la mia caparbietà. 
Chi mi conosce sa bene quanto io sia una janeites convinta e appassionata.Possiedo tutti gli scritti di Jane Austen in molteplici edizioni e traduzioni, spin-off non scritti da lei (chiaramente),edizioni a fumetti dei suoi romanzi più celebri, tutti ben sistemati su uno scaffale della mia libreria, sempre pronti per essere riletti per intero o a spezzoni o semplicemente sfogliati ogni volta che ne ho desiderio. Ebbene, il mio primo incontro con lei non è stato affatto fortunato.
All'età di 16 anni (l'età di Lydia Bennett al momento del suo matrimonio) ero solita girovagare per la biblioteca di quartiere, spulciando gli scaffali alla ricerca di un libro da leggere, un classico da scoprire o un "riempitivo del mio tempo" (chiamo così i romanzetti di scarso spessore letterario che però mi divertono e allietano gli spiriti affaticati dopo una lettura impegnativa).In una di queste mie "cacce al tesoro" mi sono imbattuta in una vecchia edizione di "Orgoglio e Pregiudizio", la cui trama mi attirava da un bel po'. Tutta contenta l'ho preso in prestito e ho subito iniziato a leggerlo. Madre di tutti gli orrori traduttivi!Le protagoniste si chiamavano Elisabetta, Giovanna, Caterina, Maria e Lidia Bennett e si innamoravano di Carlo Bingley,Guglielmo Darcy o Giorgio Wickham.Un pessimo punto di partenza per un libro tradotto nella peggiore delle tradizioni delle edizioni da quattro soldi. Arrivai alla fine del libro con notevole fatica e mi rimase il dubbio su come fosse possibile che tante persone amassero questo romanzo.
A salvarmi da un giudizio affrettato ci pensò un film con Gwyneth Paltrow del '96, una trasposizione di "Emma",altro romanzo di Jane Austen.In un periodo in cui avevo preso una cotta per Jeremy Northam,interprete del meraviglioso Mr Knightley del libro, avevo deciso di guardare il film. E lo adorai!!Decisi così di leggerne il libro che finii per amare più del film (come spesso accade) e che ancora adesso rileggo almeno una volta l'anno. 
La lettura di "Emma" mi condusse ad un altro romanzo austeniano-"Persuasione"- che ancora oggi è il mio preferito,il mio "Grande Amore" letterario.
È stato così che per i miei 18 anni, decisi di spendere parte dei soldi ricevuti come regalo dai miei, in una nuova edizione di "Orgoglio e Pregiudizio" che iniziai a leggere già mentre tornavo a casa. Da allora ho l'abitudine di rileggere "P&P" ("Pride and Prejudice") almeno una volta all'anno (spesso prima o dopo "Emma") e la prima edizione da me acquistata è al momento conservata come una reliquia nella mia libreria perché è talmente consumata da rappresentare un pericolo per se stessa se usata.
Un incontro sfortunato, insomma, che si è risolto in maniera decisamente positiva grazie all'intervento di altre circostanze. Un incontro che però mi ha fatto riflettere:se anziché "Cime Tempestose" avessi letto per primo "La Tempestosa" cosa sarebbe successo?Consideriamo che "Wuthering Heighs" ha subito alcune delle peggiori trasposizioni della storia, tutte parziali, tutte pronte a travisare gran parte dello spirito del libro. In quanto appassionata di trasposizioni,pur consapevole che esse non sono mai precise, avrei mai riletto il libro scoprendone la grandezza?Non credo.

Analogamente è diventato un caso la recente riedizione della saga di "Harry Potter", accompagnata da una nuova traduzione che ha scelto di tradurre diversamente molti termini dei libri:Tassorosso è diventato Tassofrasso,Lumos è scomparso,alcuni personaggi hanno recuperato i propri nomi ed altri sono stati lasciati uguali. Il grosso problema che ha generato questa decisione editoriale è legata all'immaginario e alla serie di film.
Io appartengo a quei potterhead (nome dei fan della saga) che ha letto i 7 libri uno dopo l'altro ed ha seguito le difficili trasposizioni cinematografiche con preoccupazione ma non è questo il punto. Il punto è:come puoi imporre a milioni di persone un cambiamento delle genere che può generare solo confusione?Immaginatevi raccontare la storia ai vostri figli o nipoti che l'hanno letta nella nuova traduzione e trovarvi a parlare di Cedric Diggory, il campione dei Tassorosso per poi sentirvi rispondere con un sonoro e colorito:<Tassofrasso!Ma cosa dici?>.E se in questo caso si capisce, immaginatevi parlare di Griphook (Unci-Unci), o della Gringott gestita da Goblin e non da folletti. Confonde eh?
La scelta editoriale è stata animata da intenzioni positive.Lo scopo era prendere in considerazione l'intera saga, che non è un libro solo per bambini e che vede il pasticcione Neville Longbottom (Paciock nella prima traduzione) diventare l'eroe di Hogwarts con un cognome che ha ben poco di epico.Allo stesso modo, il termine <mudblood>, con cui si insultano in nati babbani,era stato tradotto con <mezzosangue>:impreciso (non si spiegherebbe come si possano indicare con lo stesso termine i nati da un genitore mago e uno babbano senza alcun tipo di offesa intrinseca ed allo stesso tempo come possa essere un insulto in un altro contesto) e poco fedele perché letteralmente l'offesa equivale a <sangue sporco> (decisamente peggio). Questo cambiamento è ragionevole e giusto ma comunque disorientante,anche se meno di altri esempi.
È comprensibile che nella prima traduzione si siano compiute scelte di traduzione che alla lunga si siano rivelate sbagliate ma il motivo è la pubblicazione dei libri in una decina d'anni senza che si potessero prevedere le intenzioni dell'autrice.
Ora la Salani Editori ha pubblicato questa riedizione che ha scatenato le ire dei potterheads più affezionati ed ha scelto di risolvere i problemi traduttivi senza prendere in considerazione gli effetti collaterali. Non ci resta che sperare che si arrivi ad un compromesso in grado di restituire alla saga la giusta traduzione ma anche la fedeltà al passato.

E a proposito di scelte editoriali discutibili, chiuderei l'articolo citando un'altra delle mie disavventure letterarie. Negli anni '60-'70, alcune edizioni economiche, hanno lanciato sul mercato Bignami dei classici della letteratura,edizioni che sono arrivate ai giorni nostri nella Narnia dei bibliofili:i mercatini dell'usato. Mio padre mi regalò una di queste edizioni -delle quali io non avevo conoscenza- che io lessi appassionatamente molteplici volte, accompagnata dall'album di Madonna "Ray of Light";il libro era "Jane Eyre", la storia di una delle figure femminili più straordinarie delle letteratura. Per 5 anni -e dico 5!- ho creduto di avere tra le mani il libro della Bronte per poi scoprire che così non era. In quinta liceo (l'anno delle grandi scoperte a quanto pare),leggemmo dei passi a scuola e il mio libro conobbe quello della mia compagna di banco e amica Francesca scoprendo di essere il topolino accanto all'elefante. Vi lascio immaginare il mio stupore. Ho acquistato e letto subito dopo (anche per esigenze impellenti di studio) l'originale che continuo ad amare molto ancora oggi. Il bignamino è nascosto da qualche parte a perenne esempio di una riedizione riassuntiva ma scritta benissimo, tanto da essere facilmente spacciabile per l'originale a chi non ha mai visto le reali dimensioni del libro. Non rimpiango di aver letto il bignamino prima dell'edizione integrale ma sono contenta di averlo scoperto in tempo, se non altro per l'interrogazione e la mia maturità:Jane Eyre era il punto di partenza della mia dissertazione finale.
Ognuno di noi ha avuto incontri sfortunati con traduzioni inaccurate di libri che in lingua originale sono meravigliosi. Allo stesso modo della straordinaria occasione della lettura di traduzioni perfette, il mio "Anna Karenina" è stato tradotto da Leone Ginzburg, scrittore madrelingua russo ed usa un linguaggio e uno stile che rasentano la perfezione. Che poi io non sia mai riuscita a superare la metà del libro è legato più alla trama e ai miei problemi con Anna Karenina, ma ne parlerò in un'altra occasione.