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mercoledì 6 giugno 2012

Art Talks #2: intervista a Luna di Fotografica mente Luna

Il blog di Luna è talmente accattivante, ben fatto e curato che anche i semi-profani di fotografia come me lo possono seguire; ogni volta che lo visito scopro qualcosa di nuovo sulla fotografia oppure approfondisco aspetti di un fotografo che già conoscevo. Il tutto è arricchito dalle sue splendide foto! Consiglio a tutti voi di seguirla, anche su Flickr.
Ecco qui l'intervista a Luna e qualche sua foto!  



ACS: Com'è iniziata la tua passione per la fotografia?
Luna: Prima ancora della passione per la fotografia è nata quella per l’arte che ho sviluppato iscrivendomi all’Istituto Statale d’Arte della mia città, Macerata.
E’ grazie alla scuola se ho fatto le prime esperienze con la fotografia analogica, avendo l’opportunità di sviluppare gli scatti in camera oscura.
La passione vera è nata però durante i miei studi in Scienze Politiche a Bologna, città che mi ha accolta e ispirata.

ACS: Che tipo di foto preferisci fare? Quali sono, cioè, i tuoi soggetti preferiti?
Luna: Il genere che preferisco è il ritratto, ma sono molto affascinata dalla fotografia di moda. Cerco sempre di dare un tocco “glamour” alle mie foto, in particolare agli autoritratti.

ACS: Le tue foto sono quasi sempre molto colorate e vivaci, come mai questa scelta?
Luna: Il feeling verso il colore e le sue infinite varianti è istintivo ma anche frutto dei miei studi sulla decorazione pittorica.
In realtà amo molto anche il bianco e nero e i contrasti forti; mi piacerebbe poter esprimere di più questo mio lato “dark”.

ACS: Come sono cambiate le tue foto in questi anni?
Luna: Ho lavorato molto sulla sperimentazione, soprattutto con gli autoritratti. 
Sono cresciuta nella capacità di inquadrare il soggetto e scegliere la composizione
delle mie foto. Mi piace sfruttare al massimo la luce naturale, negli anni ho imparato a gestirla per effetti  particolari di ombre, contrasti e controluce.

ACS: Che tipo di macchine fotografiche utilizzi?
Luna: Ho iniziato con una compattina Nikon per poi passare ad una reflex Nikon D3000. Ora da quasi un anno uso una Nikon D7000 e da pochissimo ho riscoperto la fotografia analogica grazie alla Diana F+ e alla Nikkormat FTn.

ACS: Quali progetti stai portando avanti e quali altri ti piacerebbe invece intraprendere?
Luna: Il progetto che più mi tiene impegnata ora è il Photographic Inspiration: 12 grandi fotografi per 12 mesi da cui prendere spunto per produrre uno scatto ispirato al loro stile. Ogni mese apro un sondaggio sulla pagina fan del mio Blog in cui gli utenti possono votare il proprio fotografo preferito del mese. E’ un progetto aperto a tutti quelli che si vogliono mettere alla prova e mi sta dando grandi soddisfazioni, sia per la partecipazione di tanti fotoamatori che seguono il mio Blog, sia per l’alto livello degli scatti proposti da ognuno di loro.
Per quanto riguarda il futuro ho in cantiere nuove idee sulla fotografia analogica, mia grande nuova passione...i curiosi mi tengano d'occhio... :)

ACS: Cosa pensi delle compatte?
Luna: Ho iniziato con una compattina Casio che mi ha accompagnata per molti anni e ancora oggi uso spesso una compatta Nikon, che trovo molto valida e comoda (per dimensioni e peso ridotti).
Sono sempre stata convinta che non è il mezzo che conta ma il fotografo, me lo ripeto ancora quando guardo alcune foto scattate con la compatta 4 anni fa.

ACS: Ti piacciono le applicazioni di fotografia, tanto in voga di questi tempi, come Instagram? Le utilizzi?
Luna: Devo dire la verità…le adoro! Su Instagram ho ritrovato molti fotografi che conosco e apprezzo. E' bello condividere con le persone che mi seguono i miei scatti fatti con il cellulare, soprattutto quando non ho la macchina fotografica con me e voglio immortalare un posto particolare o un evento. E' un mezzo molto immediato e veloce.

ACS: Quali sono, secondo te, gli aspetti positivi e negativi legati ai social network di condivisione di foto?
Luna: Devo ammettere di essere una “internet dipendente” Ho iniziato postando le mie foto su Flickr e sui forum di fotografia, ho conosciuto persone fantastiche, (anche nel mondo reale), con cui confrontarmi e con cui condividere la mia passione. Il web mi ha permesso di farmi conoscere e di crescere in ambito fotografico, sia grazie ad i numerosi tutorial sia grazie alle foto meravigliose che vedo ogni giorno e che mi sono di grande ispirazione. Se ci sono dei lati negativi, non li ho ancora visti :)

ACS: Ci sono delle tipologie di foto che detesti in modo assoluto?
Luna: Rispetto tutti i generi fotografici ma credo di essere meno portata per la fotografia paesaggistica, anche se mi piacerebbe molto approfondire questo genere.

ACS: Usi frequentemente dei programmi di fotoritocco oppure preferisci non modificare le tue foto?
Luna: All'inizio modificavo molto di più le mie foto con texture, azioni per Photoshop ecc. Ora cerco dei risultati più naturali anche se non ho abbandonato Photoshop e Camera Raw.

ACS: Analogico o digitale?
Luna: Una bella domanda! Se me l’avessi fatta qualche tempo fa avrei risposto senza esitare “digitale”, più che altro perché conoscevo poco l’analogico.
Da quando ho iniziato a scattare con la Diana F+ e poi con la Nikkormat, mi sono
avvicinata ad un mondo tutto nuovo che mi permette di fissare le emozioni su
pellicola. E’ veramente magico!
Non posso esprimere una preferenza, posso solo ammettere di amare la
fotografia in tutte le sue forme e tecniche, quelle che ho scoperto fino ad ora e quelle che devo ancora scoprire.

ACS: Cosa pensi della fotografia di moda? C'è qualche fotografo in particolare che ci vuoi consigliare?
Luna: Adoro la fotografia di moda! Credo che sia uno dei generi più difficili ma anche più creativi. Ultimamente seguo molto il lavoro di un team tutto italiano che ha dato vita ad un progetto fotografico e ad un Blog molto particolare: Zara Return Policy.
Mi sento anche di consigliare un fotografo ritrattista mio conterraneo che lavora quasi esclusivamente con la pellicola: Matteo Palmieri.
Per il resto trovate altri validissimi fotografi tra i miei "preferiti" su Flickr :)
Per quanto riguarda la fotografia di moda leggo spesso web zines come: C-Heads, Ben Trovato, Institute Magazine, (e ovviamente l’immancabile Vogue ), che propongono degli editoriali favolosi!

ACS: Un tuo fotografo preferito e perchè.
Luna: Difficile sceglierne solo uno. Sono molto legata ad Helmut Newton, credo di poterlo considerare il primo della lista tra i miei fotografi preferiti. I suoi scatti sono ironici, forti, così moderni ancora oggi da ispirare tante generazioni di nuovi fotografi. Non posso non citare tra i miei preferiti anche Robert Mapplethorpe, Francesca Woodman, Richard Avedon e gli italiani Letizia Battaglia e Luigi Ghirri.





 

sabato 26 maggio 2012

Art talks #1: Intervista a Federica di damnedinblack.net

Ho scoperto Federica e la sua arte per la prima volta su DeviantArt tanti anni fa e ne sono rimasta subito colpita. Riesco a immaginare poche cose che siano distanti dal mio mondo come ciò che Federica esprime con i suoi lavori eppure mi ha affascinata fin dal primo momento. Non so il perché ma forse è questo lo scopo di un'opera d'arte, qualunque essa sia: farci riflettere su qualcosa di nuovo e, soprattutto, emozionarci. Federica ha molto gentilmente accettato di farsi intervistare ed ecco qui il risultato. Visitate il suo sito damnedinblack.net !




ACS: Come hai iniziato a dedicarti all'arte digitale?

Federica: Avendo frequentato l’Accademia di Belle Arti, iniziai ad interessarmi di arte digitale nel lontano 1998 quando ancora scattavo con una macchina fotografica analogica e post-producevo le immagini con un ormai paleolitico programma di fotoritocco.

ACS: Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Federica: Sicuramente la musica e la natura sono le mie due fonti principali di ispirazione. Melodie oscure e scenari cupi sono la mia più grande passione.

ACS: Segui un processo preciso di creazione oppure ogni volta cambia?

Federica: Dipende da quello che ho in mente: può capitarmi di pensare ad uno scenario e cercare di ricrearlo attraverso fotomanipolazioni e modelle adatte a rappresentare ciò che ho in testa. Oppure il
contrario: ricreo una situazione adatta in base a quello che mi trasmette la persona che ho di fronte .

ACS: Mediamente quando tempo impieghi a creare un'opera digitale?

Federica: Se sono ispirata anche un paio d’ore soltanto. Ma dato che un artista non è mai pienamente
soddisfatto del proprio lavoro, guardo e riguardo la mia creazione finchè non vedo più i difetti e qui
possono passare anche dei giorni!

ACS: Che tipo di programmi utilizzi?

Federica: Ovviamente Photoshop, il re di tutti i programmi di grafica ma anche altri software meno comuni. Io mi considero “un’artigiana” digitale: scannerizzo texture da stoffe, metalli, carte, superfici,
usandole per ricreare quell’effetto adatto a ciascun lavoro che ho in progetto.

ACS: Com'è cambiata la tua arte rispetto agli inizi?

Federica: Mi capita di riguardare i miei lavori passati dove le atmosfere dark, a volte anche “splatter” e
macabre erano elementi quasi indispensabili. Nelle mie ultime opere invece, sia di arte digitale
che di fotografia, la natura in tutte le sue forme è protagonista: scenari cupi, nebbia, alberi, foglie
e paesaggi decadenti. Anche nei ritratti di “CHAOS:CULTURE” l’elemento principale è la spontaneità e l’autenticità dei personaggi interpreti di questo concept fotografico.

ACS: Cosa consiglieresti a una persona che volesse approcciarsi per la prima volta all'arte digitale?

Federica: Di seguire il proprio istinto e di non cercare di emulare eccessivamente le idee di altri artisti o fotografi. Sicuramente ognuno di noi può cogliere l’ispirazione guardando un’opera già esistente.
Ma il detto ‘impara l'arte e mettila da parte’ deve essere d’esempio!

ACS: Oltre all'arte digitale e alla fotografia ci sono altre forme d'arte che ti piacerebbe esplorare o che hai già sperimentato?

Federica: Pittura, disegno, decorazione, incisione sono espressioni d’arte che ho già sperimentato in passato. Essendo una grafica di professione e non avendo purtroppo molto tempo da dedicare ad un hobby più “artigianale” ho voluto perfezionare le mie conoscenze nell’ambito del digitale, come appunto
la fotografia e la post-produzione.

ACS: Come mai la tua scelta si è rivolta alle modelle alternative?

Federica: La scelta di avere modelle alternative nel mio portfolio fotografico è determinato dall’ambiente in cui vivo e che frequento quotidianamente. Sono circondata da persone esteticamente particolari e quindi la tentazione di lavorare con personaggi così interessanti è tanta.

ACS: Che cosa ne pensi delle modelle “classiche”? C'è qualcosa che ti piace e da cui trai spunti per
scattare le tue fotografie oppure lo ritieni un mondo ormai troppo omologato?

Federica: Sono sempre alla ricerca di personaggi (maschili o femminili) con particolari caratteristiche. Questo non significa solo con tatuaggi, piercing o capelli colorati, ma con quel qualcosa in più che possa
catturare la mia attenzione. Da come si percepisce dai miei lavori prediligo soggetti al di là dei
soliti canoni classici ma non li disdegno affatto. Preferisco ‘distinguermi’ dal tipico fotografo di
modelle, oltre che catturare la bellezza fisica di una persona voglio esaltarne anche i particolari non
comuni.

ACS: Quando realizzi uno shooting c'è un team che ti segue e che ti aiuta oppure preferisci occuparti tu di tutto, dall'ideazione alla postproduzione?

Federica: Se l’idea del concept parte da me, mi occupo personalmente di tutto: dall’ideazione alla post-
produzione e insieme alla modella discutiamo sul make up e l’outfit. Di solito le modelle con cui
collaboro mi lasciano totale libertà e questa cosa mi lusinga moltissimo, evidentemente si fidano del
mio lavoro!

ACS: Una tua modella preferita che ci consigli di seguire?

Federica: Senza dubbio Marta Blonde Pitbull, che spesso compare nei miei lavori.
Cosa dire di lei? Oltre ad essere una modella professionista è anche una dj e performer,
quindi “allenata” a posare di fronte ad una macchina fotografica. E’ un’artista poliedrica e quindi
perfetta per seguirmi nelle mie idee più folli!

ACS: C'è uno stile particolare in cui ti identifichi oppure preferisci variare?

Federica: Negli anni ho spaziato tra lo stile dark, gotico, fetish, burlesque, pin-up, retro e glamour. Ma chi guarda i miei lavori li definisce “dark” e sicuramente è l’aggettivo migliore per descrivere quella
pellicola di ambiguità che hanno da sempre i miei lavori .

ACS: Il mondo della moda suscita il tuo interesse? Lo segui? E, se sì, quale stilista (o stilisti) si avvicina
di più al tuo gusto personale?

Federica: Non ho mai seguito molto la moda, anche perché la parola stessa indica un passaggio, una
mutazione di uno stile di vita mentre il mio armadio è abbastanza noioso: mi vesto sempre di
nero e raramente cambio colore! Più che altro vario spesso taglio e colore dei capelli, credo che
rappresentino meglio la mia personalità. Seguo però una designer di gioielli ed accessory, Tarina
Tarantino. Trovo che sia davvero unica nel suo genere e le sue creazioni siano originalissime.








lunedì 13 giugno 2011

Art focus #5: // Pixel Art!

Il bello (e anche, in un certo modo, il brutto) dell'arte nei nostri giorni è che può essere espressa in tantissimi modi diversi e una delle espressione artistiche che meglio rappresentano la nostra epoca è sicuramente l'arte digitale. Rimarchevole e allo stesso tempo effimera, sopravvive solo tramite i nostri pc, internet e i programmi di grafica. Probabilmente la cosa che più mi affascina è proprio questa: se un giorno ogni singolo computer sulla faccia della terra sparisse, di tutto questo non rimarrebbe alcuna traccia.
Un particolare ramo dell'arte digitale è la pixel art che può essere ricondotta a movimenti quali divisionismo e puntinismo. Ovviamente, invece del colore e del pennello, vengono impiegati programmi di grafica come ad esempio il famosissimo Adobe Photoshop











Lo strumento espressivo sarà quindi il mouse, il mezzo per esprimerlo saranno i programmi di grafica, la tela sarà un'immagine bitmap, la vetrina sarà il web. La pixel art ha radici non troppo lontane, parliamo degli anni '80, quando era necessaria una grafica per videogiochi e computer. A quell'epoca la risoluzione era scarsa, i pixel molto grandi e le immagini risultavano poco definite. Ricordo sempre con grandissima nostalgia il mio videogioco preferito Commander Keen che, è vero, aveva una pessima risoluzione rispetto a quelli a cui siamo abituati oggi ma resta comunque un grande amore della mia infanzia.  










Credo fermamente che chi è in grado di realizzare immagini del genere partendo da zero sia davvero un grande artista. Ho provato per curiosità mia ad aprire Photoshop e a cimentarmi da totale profana e ignorante in materia ed è davvero difficilissimo rendere con pochi pixel l'idea di un oggetto! 



Il motivo del ritorno della pixel art è da ricercarsi principalmente nei sentimenti di nostalgia per quegli anni ottanta in cui nasceva la grafica digitale, un desiderio di ritorno ad un passato che nel suo più alto ottimismo prometteva grandi cose. È tipico di questa arte rappresentare città o persone in vesti stereotipate di personaggi che rigidamente si attengono al proprio schema di vita. Dunque vediamo personaggi in giacca a cravatta abitare in piani lussuosi di palazzi altrettanto lussuosi nella stessa immagine in cui vediamo dei mendicanti chiedere l'elemosina per le strade. I personaggi stereotipati rappresentano la rigidità della società secondo questi artisti, che avvertono il peso dei precisi ruoli sociali che quest’ultima impone. (Sasha Wijeyesekera, 2005)


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